Una riflessione su quanto accaduto negli ultimi giorni.
I media acclamano la Germania per aver dato ospitalità ai profughi siriani, scrivendo addirittura che finalmente l’Europa ha deciso di agire davanti a tutto questo orrore.
Perdonatemi, ma se la Germania fa finalmente un gesto umanitario allora parla a nome dell’Europa?
Se non sbaglio paesi come Italia, Spagna e Grecia danno accoglienza da almeno 10 anni (e pochi sono) a tutti i profughi che sbarcano sulle coste Europee, ma i nostri appelli di aiuto sono sempre stati ignorati e presi alla leggera. Adesso che i rifugiati cominciano ad entrare via terra e puntano dritti al cuore dell’Europa, il problema è diventato di tutti.
Germania e Austria, da grandi paracule, vedendosi con le spalle al muro non hanno potuto fare altrimenti, un fiume di gente stava raggiungendo i loro confini, e l’unica cosa da fare era trasformare questa tragedia in una grande operazione mediatica. Alle stazioni abbiamo visto un tifo da olimpiadi, fiumi di gente a battere le mani ed accogliere i profughi con tanto di Inno alla gioia!
Mi è sembrato un po’ eccessivo e irrispettoso nei confronti di chi, come l’Italia, la Sicilia e Lampedusa, da anni affrontano questa emergenza in silenzio, salvando milioni di vite.
Bravi i Tedeschi a girare la partita a loro favore, ma non si dica che l’Europa ha finalmente deciso di reagire.
In questa vicenda l’Ungheria ne esce con una immagine spezzata, i media europei non hanno perso l’occasione per attaccare Orbàn e il suo partito di destra, ma politicamente l’Ungheria ha fatto quanto dovuto, salvaguardando i confini europei e accogliendo i profughi, mediaticamente non sono stati astuti come i Tedeschi, e su molti aspetti logistici erano completamente (o volutamente) impreparati, ma avevano anche la stampa europea contro. La situazione di stallo che si è avuta alla stazione di Budapest dipendeva dal fatto che i profughi non volevano farsi registrare perché sapevano che secondo gli accordi di Dublino sarebbero dovuti rimanere in Ungheria, per questo si sono creati i disordini, loro volevano andare in Germania e per fare questo dovevano mantenere il loro status di clandestini e puntare a Berlino. Si è accusata l’Ungheria di aver chiuso le frontiere con l’Austria, ma non mi sembra di aver visto gli austriaci implorare che i Siriani arrivassero nel loro paese. Budapest stava semplicemente rispettando le regole, e si stava comportando come ogni paese di frontiera, registrando gli immigrati e portandoli in un centro di accoglienza, esattamente quello che succede in Italia da anni, immaginatevi cosa accadrebbe se da domani lasciassimo liberi gli immigrati di andare a piedi in Germania, staremmo rispettando la loro libertà o li staremmo mandando a morire in una lunga marcia estenuante, contravvenendo anche alle leggi europee?
È anche singolare che i profughi volessero arrivare proprio in Germania, se volevano sfuggire dalla guerra potevano chiedere asilo in qualsiasi paese europeo, invece hanno affrontato una marcia estenuante solo per raggiungere Berlino, ok, i Balcani non saranno uno spasso, ma se vuoi salvare la tua famiglia, cerchi di minimizzare i rischi accampandoti nel primo paese dove regna la pace.
Infine è interessante il ruolo degli altri paesi Arabi, nessuno accoglie i profughi, nessuno attacca L’Isis o il Governo Siriano, nessuno si adopera per la pace in medioriente.
Per il resto, in Europa non c’è un problema di immigrazione, ma di integrazione. O variamo un programma serio di accoglienza e integrazione o resteremo sempre a gestire un problema che non si può arrestare. I flussi migratori sono sempre esistiti e sono una ricchezza, basta imparare a gestirli e a non avere paura.
Luciano Zaami